Articolo di LORENZO CALABRESE
Pubblicato il 24.04.2022; tutti i diritti riservati.
Si propone di seguito un approfondimento documentato relativo alla ricostruzione di un quaternus interamente vergato e rilegato a mano da Lorenzo Calabrese intorno ai primi anni 2000.
Pur comparendo con frequenza nei nostri eventi di living history, così come nelle iniziative didattiche, è di fatto la prima volta che ci accingiamo a presentarne i dettagli di progettazione e fabbricazione.
Segue un testo realizzato dallo stesso artefice del manufatto; ringraziamo Lorenzo Calabrese per aver acconsentito agli omissis e adattamenti della versione originaria.
SCHEDA SINTETICA
Materia: cartaceo
Misure: legatura 260×175 mm; fascicoli 245×173 mm
Consistenza: cc 25, numerazione coeva a penna sul margine superiore dx a partire da c 7r; bianche le cc 1v, 4v, 5v, 24r, 25r, 25v
Struttura: un ternione mutilo della c 6, più un binione, più un binione, più un binione, più un ternione, più un bifoglio
Rigatura: rettrici a colore (inchiostro), rigatura a piombo limitata allo specchio di scrittura
Scrittura: minuscola documentaria di base umanistica a diversi gradi di corsivizzazione, quattro mani
Ornamentazione: miniatura al tratto in inchiostro alla c 4r
Legatura: membranacea, corregge in cuoio (3), chiusura ad alamaro con fermaglio in osso
Descrizione interna: miscellanea di ricette cosmetiche e mediche
La legatura: versione I
La base d’ispirazione della prima legatura del ricettario è costituita da quanto in uso nello specifico nella cancelleria sforzesca per i registri delle missive conservati presso l’Archivio Storico Civico di Milano (ASCMi).
Si tratta di legature in pelle scamosciata su piatti presumibilmente in cartone, rafforzata all’esterno con inserti in pelle legati con strisce di pergamena.
L’uso di piatti coperti da pelle scamosciata è altresì noto per manoscritti estranei all’ambito puramente funzionale dei ricettari / formulari.
Lo stato di conservazione dei registri conservati presso l’Archivio non permette di determinare la natura della legatura: le carte di guardia unite ai piatti di coperta impediscono la visione del dorso dei registri, e l’ispezione a vista per squinternamento e al tatto è poco risolutiva.
Date le circostanze limitanti, è stata sviluppata la soluzione ricostruttiva di una legatura per cucitura dei fascicoli su nastri di pergamena, comunque attestata per il periodo coevo e precedentemente.
Nel corso di realizzazione dell’ipotesi è stato commesso un duplice errore: l’impiego di una pergamena eccessivamente sottile e di un filo di canapa altrettanto esile quanto diametro, il ché ha comportato il taglio della pergamena e la perdita di coesione tra fascicoli e piatti di coperta.
La legatura: versione II
Abbandonato il tentativo di realizzazione del medesimo tipo di legatura, la scelta è ricaduta su di una tipologia estremamente diffusa per un prodotto di largo uso e che trova riscontri nei libri di mercatura, nei libri di ricordanze o di famiglia, nelle imbreviature notarili tanto da non assumere una definizione univoca quanto derivarle dall’uso cui sono destinati.
Studi monografici codicologici su tale tipologia di manoscritto sono rari, solitamente inseriti in un inquadramento più ampio di analisi del documento nel quale prevale nettamente un interesse istituzionale ed economico per il contenuto (cfr. ad esempio Ricci, 2005; Pandimiglio, 2006).
Una descrizione standard di tale tipologia di legatura si trova in FRANCA PETRUCCI NARDELLI, La legatura italiana. Storia, descrizione, tecniche (XV-XIX secolo), La Nuova Italia Scientifica, Roma 1989, pp. 25-26, richiamata in FRANCA ALLEGREZZA, La diffusione di un nuovo prodotto di bottega. Ipotesi sulla confezione dei libri di famiglia a Firenze nel Quattrocento, in «Scrittura e Civiltà» XV (1991): «… una robusta coperta floscia li protegge, un foglio di pergamena piuttosto pesante, con risvolto piegato e cucito con corregge di cuoio – di solito tre, applicate orizzontalmente; una fibbia o un alamaro inseriti nella correggia centrale ne permettono la chiusura …».
Il modello di riferimento per la realizzazione è stato il libro conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze (ASFi), Carte Strozziane, II 14 la cui copertina è riprodotta nel citato saggio di Allegrezza (tavv. 2, 3, pp. 258-259).
Se rare sono le descrizioni codicologiche, ancora più episodica è l’attenzione ai sistemi di legatura dei fascicoli, sia tra loro, sia con il piatto di coperta a rendere solidale l’intero manoscritto.
Mediamente si danno due soluzioni: il filo della legatura cuce direttamente i fascicoli al dorso della pergamena che costituisce il piatto di coperta, eventualmente rafforzata all’esterno da ulteriori inserti membranacei (Szirmai, 1999, 297).
Alternativamente, tali rinforzi si collocano tra il dorso dei fascicoli e la pergamena del piatto (Szirmai, cit., 305), soluzione questa adottata nella realizzazione del manoscritto, andando così a rafforza-re la plicatura dei fascicoli indebolita nel primo tentativo di rilegatura.
Per la chiusura ad alamaro i riferimenti sono stati tratti dai manoscritti leonardeschi, segnatamente Bibliothèque de l’Institute de France, ms. 2173 codice B, ms. 2179 codice H, ms. 2180 codice I.
I materiali
La pergamena è lavorata secondo canoni originari connotandosi per il mantenimento di una colorazione naturale senza ricorso a tecniche di sbiancamento; similmente l’osso dal quale è ricavato il fermaglio dell’alamaro.
Frammenti di pergamena ricavati da foglio manoscritto sono utilizzati a rinforzo della plica del foglio centrale dei fascicoli.
Pergamena è similmente utilizzata nelle cuciture delle pieghe dei piatti della legatura.
In questo caso si tratta di pergamena di spessore inferiore al quella di coperta; le strisce prima della applicazione sono state leggermente inumidite: l’essiccazione successiva alla messa in posizione e alla torsione ne garantisce la resistenza.
Il filo impiegato è in canapa; la carta è di cotone a fronte della impossibilità di reperire tramite i canali commerciali normali della carta prodotte da stracci di lino, indipendentemente dalla annosa questione di quanto cotone potesse essere presente in percentuale nella produzione cartaria, in questo caso della metà del secolo XV.
Ulteriore riserva quanto a storicità dei materiali impiegati riguarda il cuoio utilizzato per le corregge: ignoto se la concia sia stata effettuata o meno con sostanze naturali.
Il testo
Il manoscritto raccoglie ricette cosmetiche e di medicina tratte dalle edizioni de Il manoscritto veneziano (Tosatti, 1999) ed Experimenti de la ex.ma s.ra Caterina da Furlj, matre de lo inllux.mo signor Giouanni de Medici (Pasolini, 1894).
Le carte sino alla 17r del manoscritto raccolgono ricette cosmetiche tratte dalle due edizioni; dal ricettario di Caterina Sforza il pretesto per denominare convenzionalmente il manoscritto come “Catelino”.
Le ricette mediche, con esclusivo interesse per gli aspetti ginecologici, sono tutte derivate da Il manoscritto veneziano.
Le strofe riportate alla c 5r sono invece tratte direttamente da fonte archivistica: Archivi di Stato di Milano (ASMi), Fondo Notarile, cart. 2240, 1467 giugno 13, imbreviature di Galeazzo Bolla q. Cristoforo, ma sulla diffusione del testo cfr. Palmero 2002.
Per la scrittura si è optato per una minuscola documentaria di impianto umanistico, a diversi gradi di corsivizzazione.
CV Lorenzo Calabrese
L.C. inizia ad interessarsi alla storia e alla pratica delle scritture medievali nel 1980 come autodidatta. Successivamente amplia e perfeziona l’interesse sul piano scientifico a livello universitario, estendendolo alle discipline della diplomatica, paleografia, codicologia e miniatura. Autonomamente sviluppa una ricerca finalizzata alla sperimentazione della riproduzione e all’utilizzo delle tecniche e dei materiali scrittori medievali.
Ha svolto attività divulgativa nei settori della storia della scrittura e del libro presso istituzioni pubbliche e private, nonché partecipato ad attività di Ricostruzione Storica.
Bibliografia
Allegrezza, 1991: Allegrezza Franca, La diffusione di un nuovo prodotto di bottega. Ipotesi sulla confezione dei libri di famiglia a Firenze nel Quattrocento, in «Scrittura e Civiltà» XV (1991), pp 247-265
Bologna, 1998: Bologna Giulia, Legature. Dal codice al libro a stampa. L’arte della legatura attraverso i secoli, Mondadori, Milano
Macchi, 2002: Macchi Federico (a cura), Arte della legatura a Brera. Storie di libri e biblioteche. Secoli XV e XVI, Linograf, Cremona
Palmero, 2002: Palmero Giuseppe, Il corpo femminile tra idea di bellezza e igiene. Cosmetici, balsami e profumi alla fine del Medioevo, in Atti del II convegno della Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche, dell’Università di Siena, Siena 18-19 ottobre 2002, Siena
Pandimiglio, 2006: Pandimiglio Leonida, I libri di famiglia e il Libro Segreto di Goro Dati, Edizioni dell’Orso, Alessandria
Pasolini, 1894: Pasolini Pier Desiderio (a cura), Experimenti de la ex.ma s.ra Caterina da Furlj, matre de lo inllux.mo signor Giouanni de Medici, Tipografia D’Ignazio Galeati e figli, Imola
Petrucci, 1984: Petrucci Armando, La descrizione del manoscritto. Storia, problemi, modelli, Nuova Italia Scientifica, Roma
Petrucci Nardelli, 1989: Petrucci Nardelli Franca, La legatura italiana. Storia, descrizione, tecniche (XV-XIX secolo), La Nuova Italia Scientifica, Roma
Ricci, 2005: Ricci Alessio, Mercanti scriventi. Sintassi e testualità di alcuni libri di famiglia fiorentini fra Tre e Quattrocento, Aracne, Roma
Szirmai, 1999: Szirmai J.A., The Archaeology of Medieval Bookbinding, Ashgate, Aldershot
Tosatti, 1999: Tosatti Bianca Silvia (a cura), Il manoscritto veneziano. Un manuale di pittura e altre arti – miniatura, incisione, vetri, vetrate e ceramiche – di medicina e alchimia del Quattrocento, Acanthus, Pioltello – Milano
Manoscritti citati
Biblioteca Nazionale Braidense, ms. A D XII 37
Biblioteca Nazionale Centrale (BNCFi) di Firenze, codice Palatino 556
Bibliothèque de l’Institute de France, ms. 2173 codice B
Bibliothèque de l’Institute de France, ms. 2179 codice H
Bibliothèque de l’Institute de France, ms. 2180 codice I
BNF Français 159
British Library ms. Sloane 416
Fonti archivistiche citate
Archivio di Stato di Milano (ASMi), Fondo Notarile, cart. 2240, 1467 giugno 13, imbreviature di Ga-leazzo Bolla q. Cristoforo
Archivio di Stato di Firenze (ASFi), Carte Strozziane, II 14
Archivio di Stato di Milano (ASMi), Fondo Notarile, cart. 611, imbreviature di Giacomo Monza q. Balzarino
Archivio di Stato di Prato, Fondo Datini
Archivio Storico Civico di Milano (ASCMi), registro cancelleria sforzesca, anni 1426 – 1436