La “ricostruzione storica”, intesa come approccio metodologicamente corretto alla restituzione viva del passato, si presta non soltanto alla didattica frontale, ma anche alla realizzazione di supporti audiovisivi proiettati in contesti museali.
Nella fattispecie, presentiamo un breve filmato realizzato da Matteo Sicios, con testi di Alessandro Giacobbe, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Fondazione Agostino de Mari per il Museo Diocesano di Albenga.
Sebbene ancora poco conosciuto alle masse, il museo presenta nella cornice stupenda dell’antico palazzo vescovile, una collezione che spazia dalle ceramiche medievali rinvenute nell’attigua cattedrale, fino a quadri di autori celebri (primo su tutti Guido Reni), per includere oggetti liturgici medievali, codici miniati e sculture. Tra le argenterie particolare rilievo spetta ad una testa reliquiario realizzata dall’orefice Bernardo Folco; rara e preziosa testimonianza di una scuola di oreficeria locale, florida tra Tardo Medioevo e prima età moderna.
Le informazioni a noi giunte sulla persona di Bernardo sono purtroppo molto scarse. Unica sua opera superstite è infatti il busto reliquiario di San Verano di Cavaillon (m. 590), le cui reliquie, molto venerate ad Albenga, trovano ancora riposo nella cattedrale dedicata a San Michele.
Sappiamo che il 2 dicembre del 1470, Gio Antonio Costa del fu Nicolino, impose nel suo testamento la spesa di 60 lire per l’esecuzione di un raffinato reliquiario argenteo rappresentante la testa del santo, completata e firmata dal Folco nel 1475.
La raffinatezza del manufatto artistico depone a favore del suo notevole dominio del metallo prezioso, mentre la dispersione della sua produzione artistica fu probabilmente causata dal sequestro dei tesori ecclesiastici attuato in epoca napoleonica, dopo l’istituzione della Repubblica Ligure nel 1797.
L’esistenza di una scuola di orefici locali, tuttavia, rivela ancora oggi la notevole ricchezza culturale di Albenga del Tardo Medioevo, ulteriormente confermata dalla pletora di “frescanti” che ammantarono le chiese delle sue vallate in coltri affrescate, ancora in parte sopravvissute al vaglio dei secoli: episodi forse relegati al ruolo di “arte minore”, ma che ci trasmettono l’immagine di un Medioevo tutt’altro che buio e monocromatico, come purtroppo traspare in recenti produzioni hollywoodiane.
Per approfondimenti: La cattedrale di Albenga, a cura di J. Costa Restagno e M. C. Paoli Maineri, Albenga 2007.
L’Ass. Cult. IMAGO ANTIQUA ringrazia sentitamente il Museo Diocesano di Albenga per la gentile concessione della condivisione di questo video sui propri canali multimediali.
Esso fa parte della guida del Museo predetto ed è stato girato nell’estate 2020 presso il nostro spazio didattico permanente dedicato al Tardo Medioevo, sito a Zuccarello (CLICCA QUI per saperne di più).
Starring: Marco Vignola, nei panni dell’orafo Bernardo Folco
Testi e regia: Alessandro Giacobbe
Realizzazione: Matteo Sicios (www.matteosicios.com)
Finanziatore progetto: Fondazione Agostino de Mari
Si ringraziano: Don Mauro Marchiano, Gianmaria Mandara, Elena Fossati