Nell’alveo della Ricostruzione Storica non di rado gli interrogativi irrisolti superano le certezze acquisite. Più le fonti a nostra disposizione aumentano, tuttavia, più il cono d’ombra si restringe e con esso lo spazio riservato al dubbio.

Il Quattrocento, in particolare, gode di una discreta abbondanza di riferimenti di ogni genere (storiografici, archeologici, archivistici, iconografici) e risulta dunque più facile da “riportare sulla scena” di altre epoche meno ricche di testimonianze.
Anche così, tuttavia, i ricostruttori che affrontino con umiltà il proprio ruolo di “immagine vivente ed originale” del passato, non potranno non sollevare mille dubbi ed incertezze. Risulta dunque importante ricercare sempre e comunque un sostegno scientificamente valido nelle testimonianze più incontestabili, che rappresentino i capisaldi di un’epoca e la collochino in piena luce.

Tra le poche “certezze” ad oggi acquisite, una riguarda senza dubbio il settore delle difese del corpo e più in particolare gli “armamenti corazzati”, ovvero quelle protezioni costituite da lamelle o placche metalliche più o meno grandi, fissate entro un supporto esterno in tessuto o, più raramente, in pelle. Tutte le fonti, infatti, convergono a descrivere questi “giubbotti foderati di metallo” come la difesa più comune per le fanterie italiane del XV secolo. Che nei documenti venissero chiamate “brigantine”, “corazze” o “corazzine”, secondo possibili varianti tipologiche o regionali, in nulla cambia il nocciolo della questione: protezione per antonomasia del fante italiano del tardo medioevo erano proprio gli “armamenti corazzati”, presenti in una moltitudine di inventari ed in una pletora di riferimenti iconografici.

Scopo dell’articolo che segnaliamo in appendice (scaricabile liberamente su Academia.edu), è pertanto quello di dimostrare la ricchezza della tematica degli “armamenti corazzati”, partendo dal caso specifico dei castelli friulani per spaziare a considerazioni di più ampio spettro, onde illustrare la parabola della genesi e del declino di questa specie difensiva così importante negli anni del tardo Medioevo da noi ricostruiti.

Autore: MARCO VIGNOLA (membro “Imago Antiqua”)

Titolo: Armamenti corazzati e archeologia: spunti per uno studio interdisciplinare. Il caso dell’Italia e dei contesti friulani

Collocazione: “Quaderni Cividalesi”, 30, anno 2008, pp. 136-161

Scarica e leggi l’articolo:

https://www.academia.edu/4178268/Armamenti_corazzati_e_archeologia

 

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Replica di brigantina attribuibile all’ultimo quarto del XV secolo
(dotazione personale di Andrea Carloni, membro “IMAGO ANTIQUA”).

Il particolare motivo formato dai ribattini allo scollo e al giro ascelle si ispira ad un esemplare di fattura milanese datato 1480 c., conservato presso il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra (inv F 31-bis).

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